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We no speak americano! Quando la lingua impedisce di fare business

Le lingue per fare business
  • Tempo di lettura: 3 minuti –

Viviamo in un mondo in cui le cose cambiano continuamente e l’ambiente lavorativo non è da meno. Riuscire a stare al passo con gli eventi significa avere la capacità di riconoscere l’imminente cambiamento, adattarsi e continuare a fare business secondo nuovi modelli di lavoro. Non più di 15 anni fa, il reparto commerciale delle aziende operanti sui mercati esteri doveva essere formato da persone che gestivano transazioni in lingua, ora questa capacità non è più sufficiente.

Al giorno d’oggi il nuovo framework lavorativo richiede che quasi tutti i reparti all’interno di una azienda siano in grado di comunicare correttamente in almeno una lingua straniera. Non si tratta più di concludere transazioni commerciali sporadiche in inglese con partner stranieri, bensì di svolgere quasi tutte le attività con fornitori e clienti di tutto il mondo. Oltre al reparto commerciale, anche l’ufficio marketing deve essere composto da persone in grado di gestire una strategia di brand awareness multilingue, con l’obiettivo di raggiungere il potenziale cliente estero e lavorare a supporto del team vendite. L’ufficio acquisti e l’amministrazione devono confrontarsi con fornitori stranieri e, allo stesso modo, l’ufficio tecnico e gli addetti al post-vendita devono fornire assistenza anche ai clienti che non parlano italiano. A fronte della crescente collaborazione con i mercati esteri cresce anche la necessità di una formazione linguistica appropriata per i dipendenti. La mancanza di una solida conoscenza della lingua straniera rischia di essere controproducente e può portare a:

  • difficoltà comunicative;
  • rallentamento dei lavori a causa delle incomprensioni;
  • perdita di fatturato;
  • invio di ordini sbagliati
  • forniture non corrette

Per quanto si tenda a considerare solo l’effettivo fatturato mensile come indice del buon andamento aziendale, anche il miglioramento delle inefficienze produttive permette di ottimizzare le risorse aziendali. Di fatto, le situazioni sopra illustrate impediscono di valorizzare al meglio le proprie potenzialità ed ottenere il massimo ricavo.

Affidarsi a conoscenze medio/buone della lingua straniera non è sufficiente a colmare il gap; al contrario, a fronte di un’insicurezza terminologica e grammaticale, possono crearsi maggiori incomprensioni. È indispensabile avere personale in grado di sostenere una conversazione in lingua a un livello tale che sia di supporto, e non di ostacolo, alle attività lavorative. Uno studio condotto da Forbes ha evidenziato che il 42% delle imprese americane ritiene di aver perso opportunità produttive a causa delle barriere comunicative. Non è da escludere inoltre che l’inefficacia delle comunicazioni con l’interlocutore straniero generi nei dipendenti un senso di frustrazione e inadeguatezza, impedendo loro di svolgere con tranquillità le proprie funzioni. Diversi studi hanno dimostrato che un ambiente sereno permette di migliorare la produttività fino al 30% e la customer satisfaction fino al 47%. Se da un lato bisogna costantemente spingere per il miglioramento delle performance produttive puntando all’acquisizione di nuovi clienti tramite la forza commerciale e il marketing, dall’altro è bene non trascurare aspetti quali la formazione linguistica, la creazione di un ambiente lavorativo adeguato e la disponibilità di strumenti adatti per svolgere al meglio il lavoro. Gli effetti della globalizzazione, come nel domino, si ripercuotono sull’intera economia e su tutti i ruoli aziendali. In questo nuovo modello di business le aziende devono capire quali passi compiere per incrementare costantemente il fatturato e migliorare l’ambiente lavorativo a garanzia di una continua espansione all’estero.